C’ERA UNA VOLTA

  • Pattacini, si mi chiamo Tienno Pattacini. Sono morto all’età di 70 anni nel 1978 in un pomeriggio caldo di giugno, e devo dire che non me l’aspettavo, avevo ancora molte cose da fare. In vita ho composto centinaia di brani: valzer, mazurche, polche, tanghi e anche canzoni che ai tempi furono eseguite dai cantanti più in voga: Tajoli, Carla Stella, Giorgio Consolini, e altri; mi sono anche cimentato con rumbe, samba, cha cha cha e oltre che compositore sono stato autore di testi; ho fondato le edizioni musicali Pattacini dove ho editato tutti i miei brani. Sì come ho già detto, non mi aspettavo di morire perché avevo ancora molte cose da fare. Sono nato a Barco in un giorno freddo di febbraio del 1908 e sono cresciuto in una piccola casa fra gli odori di carbonella del ferro da stiro di mia madre Carolina, sarta...e di cuoio e pece di mio padre Luigi, calzolaio. A sei /sette anni abbandonai l’idea del violino e scelsi il clarinetto che per la mia giovane età non poteva essere che il quartino in MI bemolle, il più piccolo della famiglia dei clarinetti. A sedici anni ebbi la prima proposta di ingaggio dai Barcaroli, il Concerto a Fiato del mio paese,
  • ma non accettai perché la proposta era per il secondo quartino e anche perché, seppur valenti musicisti, formavano un clan chiuso dove la bravura non era riconosciuta e nemmeno pagata. Per questo ri uto fui tacciato di “traditore” e inviso per molti anni nel mio paese dai sostenitori dei Barcaroli (a quei tempi i diversi concerti a ato erano in forte competizione e non sempre a suon di trombe e tromboni ! ! ). Accettai invece con piacere l’offerta di primo quartino dei Cantoni, per anni il miglior concerto a ato della zona di Parma, Reggio, Piacenza, Mantova, composto quasi totalmente da bravissimi esecutori e musicisti della stessa famiglia. Per me fu una grande opportunità e una importante e impegnativa scuola, dove le pretese e gli ordini erano sempre di dare il massimo cimentandosi in brani spesso di grande, e a volte, di estrema dif coltà. Io stringendo i denti sentivo che la mia prima battaglia era vinta; suonavo ciò che amavo, con bravi musicisti e sopratutto mi facevo le ossa; ero molto stimato e guadagnavo bene. Impensabile per un’autodidatta quale mi sono sempre ritenuto. E’ da lì che iniziò il mio futuro.

IMER PATACCINI

  • Mi chiamo Imer Pattacini ho 73 anni e sono il glio più giovane di Tienno. Dal 1978, anno della morte di mio padre, i tempi sono molto cambiati. Ormai tutto si esaurisce in fretta e ben che vada, ciò che non cade nel dimenticatoio, si modi ca. Questo è ciò che è successo anche al folclore emiliano di cui mio padre è stato sicuramente uno dei massimi esponenti creando sonorità, timbriche e melodie, tipicamente sue, dando vita a un suo personale stile: “Alla Pattacini”.
    Ora, purtroppo, la realtà è che anche le poche orchestre di folclore emiliano che sono in attività, hanno perso la memoria dei profumi, dei sapori della musica del nostro passato. Chi si ricorda più del folclore emiliano? . . . e chi è in grado di suonare valzer, mazurche, polche alla Pattacini? Alcuni anni fa ricevo una gradita telefonata dal mio amico Glauco Caminati eccellente sarmonicista, un sopravvissuto dell’orchestra di mio padre. Mi informa assieme a Francesco Gualerzi, altro eccellente clarinettista e sassofonista, ha registrato un’ adattamento del celebre valzer Battagliero con l’aggiunta di un testo di Adelmo Sassi. Questa versione sarebbe poi diventata l’Inno uf ciale del formaggio Parmigiano Reggiano dal titolo Re dei Re.
    Applaudii l’idea e l’ottimo risultato.
    Dicevo prima: chi si ricorda più del folclore emiliano? . . . e chi è in grado di suonare alla Pattacini? Ormai mi ero convinto che con la morte di mio fratello Iller, nessuno sarebbe più stato in grado di suonare alla Pattacini.
    Sono seduto a tavolino in un bar di Corniano sorseggiando un caffè e una limonata gelata pensando, come sempre, ai fatti miei quando sento: “ciao Imer” . . . guardo “ciao Francesco” poi, dopo i convenevoli, mi dice “ sai ho un’idea, ho parlato con Glauco e l’ho convinto, voglio registrare dodici pezzi di tuo padre e alla Pattacini, fare un LP in vinile”. . . “ è un una magni ca idea” rispondo. Francesco mi illumina sul progetto poi ci salutiamo. “Ti saprò dire”.
    Ieri 27 gennaio era il Giorno della Memoria, un giorno importante per ricordare.
    Oggi ore 15,00 del 28 gennaio 2015, mi trovo seduto nello studio di Francesco ed è presente anche Glauco; stiamo ascoltando la registrazione dei dodici brani di mio padre, non ancora ultimati, mi dice Francesco. Io ascolto a occhi chiusi prestando attenzione a ogni minimo particolare.
    La stanza chiusa e insonorizzata è come si aprisse, sento un vento gelido che s ora il mio corpo poi un’esplosione di calore - melodie, variazioni. Ardente,
  • Oceano, Canarino, Pecoraio, Baldoria, Focosa invadono lo studio che sembra scoppiare sollecitato dalla presenza di chi sembra sia ritornato.
    “Si può suonare ancora alla Pattacini” ! ! dico soddisfatto, non lesinando affatto meritatissimi complimenti a Francesco e a Glauco.
    A questo punto, non nascondendo l’espressione soddisfatta, Francesco mi dice “per questo LP tu dovrai scrivere due righe su tuo padre. Non so fai tu.. ci conto”.
    Tornado a casa ho scelto la strada più lunga per fumarmi un sigaro e rimettermi dall’emozione provata e mentre il turbinio di pensieri e ricordi che mi avevano invasi, lentamente si af evolivano, per un attimo in bocca ho sentito il sapore dolce dei cioccolatini che mio padre ogni notte, tornando dal lavoro, senza far rumore mi metteva sul comodino. Vorrei ricordare anche il giorno del suo funerale la marea di gente che riempiva Barco mentre il concerto a ato di Cavriago, che mio padre aveva diretto qualche anno prima, precedendo il feretro con passo cadenzato, apriva lo scrigno del passato liberando Battagliero, Ardente, Libeccio, Pecoraio, Romanella, Argentinita, Lucciola, Canarino, Oceano, Baldoria, Focosa... e sicuramente solo il dolore e il rispetto non permise che il funerale si tramutasse in un grande ballo popolare.
    Mio padre l’avrebbe sicuramente gradito..Io non c’ero. Quel giorno mi trovavo a Torino per una prima teatrale; ne avevo composto le musiche e i musicisti suonavano in scena.
    Quel giorno col cuore gon o, dovetti accettare le dure regole non scritte dello spettacolo “Si va in scena”.
    Complimenti Francesco, Glauco, Adelmo, Riccardo, Valentino e Marco per avere intrapreso questo magni co viaggio nel passato. Viaggio che per noi reggiani, parmensi e non solo, de nirei un viaggio della Memoria.

GLI STRUMENTI ORIGINALI

Questi strumenti sono stati utilizzati durante la registrazione del disco “Alla Pattacini” di Officina del Battagliero.

I CLARINETTI USATI DA TIENNO PATTACINI, SONO DEGLI ANNI ‘40 E TUTTI SISTEMA MULLER.

TRACCE ALBUM

  • 1) ARDENTE valzer (Tiennio Pattacini)
  • 2) LIBECCIO valzer (Tiennio Pattacini)
  • 3) IL PECORAIO passo doppio (Tiennio Pattacini)
  • 4) CANARINO valzer (Tiennio Pattacini)
  • 5) ROMANELLA mazurca (Tiennio Pattacini)
  • 6) ARGENTINITA valzer (Tiennio Pattacini)
  • 7) BATTAGLIERO valzer (Tiennio Pattacini)
  • 8) LUCCIOLA mazurca (Tiennio Pattacini)
  • 9) CENTAURO valzer (Tiennio Pattacini)
  • 10) FOCOSA polca (“Cabagio” Tiennio Pattacini)
  • 11) OCEANO valzer (Tiennio Pattacini)
  • 12) BALDORIA polca (Tiennio Pattacini)

OFFICINA DEL BATTAGLIERO

via: Giuseppe Verdi 34, Bibbiano RE
email: adelmo.s@alice.it | gualerzi@trifonica.com
tel: +39 348 9008771


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ALLA PATTACINI

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alla nostra maniera

ALLA NOSTRA MANIERA

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